Storia dei cataloghi stellari
La catalogazione delle stelle ha una lunga storia alle spalle. Sin dalla preistoria, culture e civiltà in tutto il mondo hanno dato dei propri nomi alle stelle più luminose e importanti nel cielo notturno. Attraversando le culture greca, latina e araba, alcuni nomi hanno subito pochi cambiamenti e altri sono in uso ancora oggi. Mentre l'astronomia si sviluppava e si evolveva nel corso dei secoli, sorgeva la necessità di un sistema di catalogazione universale, in base al quale le stelle più luminose (e quindi quelle più studiate) fossero conosciute secondo gli stessi appellativi, indipendentemente dal Paese o dalla cultura da cui provenivano gli astronomi.
Per risolvere questo problema, gli astronomi durante il Rinascimento hanno tentato di produrre cataloghi stellari seguendo un insieme di regole. Il primo esempio, ancora oggi popolare, è stato introdotto da Johann Bayer nel suo atlante Uranometria del 1603. Bayer ha catalogato le stelle in ogni costellazione con lettere greche minuscole, seguendo l'ordine approssimativo della loro luminosità apparente, in modo che la stella più luminosa di una costellazione fosse solitamente (ma non sempre) etichettata come Alpha, la seconda più brillante fosse Beta, e così via. Ad esempio, la stella più luminosa di Cigno (Cygnus) è Alfa Cygni (notare l'uso del genitivo del nome latino della costellazione), chiamata anche Deneb, e la stella più brillante in Leone è Alfa Leonis, conosciuta anche come Regulus.
Sfortunatamente, questo schema ha incontrato delle difficoltà. Misurazioni errate e altre irregolarità lo hanno reso non sempre accurato: ad esempio, la stella più luminosa in Gemelli è Beta Geminorum (Polluce) mentre Alfa Geminorum (Castore) è solo la seconda più luminosa della costellazione. Inoltre, l'alfabeto greco ha solo 24 lettere e diverse costellazioni contengono molte più stelle, per quanto il sistema della denominazione sia comunque limitato a quelle visibili ad occhio nudo. Bayer ha tentato di risolvere questo problema introducendo lettere minuscole dall'alfabeto latino moderno (dalla a alla z), seguite dalle lettere maiuscole (dalla A alla Z) per le stelle numerate rispettivamente da 25 a 50 e da 51 a 76 in ciascuna costellazione.
Quasi 200 anni dopo l'introduzione del sistema di lettere greche di Bayer, comparve un altro popolare schema, noto come la nomenclatura di Flamsteed, dal nome del primo Astronomo Reale inglese, John Flamsteed. Compiendo le sue osservazioni a Greenwich, con l'aiuto di un telescopio Flamsteed compilò il primo grande catalogo stellare, pubblicato postumo nel 1725. Quelli che noi ora conosciamo come i numeri Flamsteed non furono effettivamente assegnati da lui stesso, ma da un astronomo francese, Jérôme Lalande, in un'edizione francese del catalogo di Flamsteed, pubblicato nel 1783. In questo sistema, le stelle sono numerate nel loro ordine di ascensione retta all'interno di ciascuna costellazione (ad esempio: 61 Cygni).
Sono stati introdotti altri sistemi di designazione per le stelle luminose, ma nessuno ha vissuto lo stesso livello di popolarità. Uno di questi schemi, basato sulla nomenclatura di Flamsteed, fu introdotto dall'astronomo americano Benjamin Gould nel 1879. Ad oggi, solo ad una manciata di stelle si fa riferimento con lo schema di Gould - ad esempio, 38G Puppis.
Designazioni alfanumeriche & stelle deboli
Le stelle scoperte di recente saranno inevitabilmente molto più deboli di quelle catalogate secondo gli schemi di Bayer o Flamsteed. Mentre gli astronomi scoprono queste nuove stelle da studiare, è prassi comune identificarle con una designazione alfanumerica. Queste designazioni sono pratiche, dal momento che i cataloghi di stelle contengono in genere migliaia, milioni o addirittura miliardi di oggetti, come quelli rilasciati dal satellite Gaia dell'Agenzia Spaziale Europea.
Esistono diversi cataloghi di stelle deboli che circolano da molti anni, come il Bonner Durchmusterung (BD), il Catalogo di Henry Draper (HD) e il General Catalogue (GC) di Boss. Il BD è completato dal Cordoba Durchmusterung (CD) e dal Cape Durchmusterung per le stelle nell'emisfero australe. Altri cataloghi comunemente usati sono il Smithsonian Astrophysical Observatory Catalogue (SAO), il Catalogo Bright Star (Harvard Revised Photometry, HR) o il Catalogo PPM. La stessa stella può apparire in diversi cataloghi, ogni volta con una designazione diversa. Ad esempio, Betelgeuse è nota come Alfa Orionis, HR 2061, BD +7 1055, HD 39801, SAO 113271 e PPM 149643.
Sistemi binari e multipli
Le stelle nei sistemi binari o multipli sono catalogate in diversi modi: con lettere maiuscole dell'alfabeto latino se la stella ha un nome colloquiale comune; secondo il sistema Bayer; seguendo i numeri di Flamsteed o da un numero di catalogo. Ad esempio, la stella più luminosa del cielo, Sirio, ha una compagna nana bianca che viene chiamata: Sirio B, Alfa Canis Majoris B e HD 48915 B.
Stelle variabili
Nel 1862, un astronomo tedesco, Friedrich Wilhelm Argelander, propose uno schema di catalogazione per le stelle variabili - quelle la cui luminosità sembra variare nel tempo. Proponendo di accrescere lo schema di Bayer, Argelander suggerì di usare le lettere rimanenti da R a Z per le stelle variabili contenute in ogni costellazione (e anche occasionalmente Q- per esempio, in Centauro, Puppis e Vela).
Inizialmente, le nove lettere disponibili sembravano più che sufficienti per etichettare il piccolo numero di stelle variabili in ciascuna costellazione. Ma il numero di queste stelle scoperte crebbe, e presto lo schema di Argelander fu esteso a nomi di due lettere, e poi a includere numeri.
Oggi, le stelle variabili sono catalogate in modi leggermente diversi, in conseguenza del loro ordine di scoperta. In ogni costellazione, alla prima variabile scoperta viene assegnata la lettera R e il genitivo latino del nome della costellazione, come R Andromedae. La seconda variabile scoperta viene nominata S, continuando in questo modo fino alla Z, dopo la quale vengono introdotti nomi di due lettere, come RR Lyrae. Si procede poi da RS fino a RZ, e quindi da SS a SZ, e così via fino a ZZ. Se vengono scoperte altre stelle variabili oltre questa fase, lo schema torna da AA a AZ, BB a BZ e così via, fino a QQ a QZ. È interessante notare che in questo schema la lettera J viene omessa per evitare confusione con la lettera I.
Tale sistema fornisce 334 possibili designazioni esclusive per le stelle variabili in una costellazione. Se ne vengono scoperte altre, il catalogo si rivolge a designazioni in cui il nome della costellazione è preceduto dalla lettera V e un numero, ad esempio V 1500 Cygni, che può continuare indefinitamente. Le eccezioni sono quelle stelle variabili a cui era già stato assegnato un nome Bayer, e alle quali non viene quindi dato un nuovo nome secondo questo schema (come Delta Cephei, Beta Lyrae, Beta Persei o Omicron Ceti).
Come ulteriore aggiunta, il tipo di stella variabile viene classificato sulla base di un esempio tipico ben noto. Tali esempi includono stelle Mira, stelle RR Lyrae o stelle Delta Cephei (anche note come Cefeidi).
Novae e Supernovae
Un altro sistema alfanumerico leggermente diverso viene utilizzato per le Novae e le Supernove, stelle che hanno subito un'illuminazione incredibile a causa di enormi esplosioni nucleari. Alle Novae vengono assegnate le designazioni in base alla loro costellazione, insieme all'anno in cui si è verificato il loro evento di esplosione (ad es. Nova Cygni 1975), e successivamente vengono date loro le designazioni basate su stelle variabili. Infatti, Nova Cygni 1975 è lo stesso oggetto della summenzionata V 1500 Cygni.
Anche le Supernovae sono nominate secondo l’anno dell’evento, insieme a SN e una lettera maiuscola, come in SN 1987A. Se un singolo anno è particolarmente ricco di eventi di Supernova, viene utilizzata una doppia indicazione minuscola (ad es. SN 1997bs).
L’elenco dei nomi di stelle dell’UAI
Nel 2016, l'UAI ha mobilitato il Working Group on Star Names (WGSN) (Gruppo di lavoro sui nomi delle stelle) sotto la sua divisione C (Education, Outreach e Heritage), il cui scopo era quello di catalogare formalmente i nomi delle stelle, a cominciare dalle più luminose e conosciute. Il gruppo di lavoro è composto da una selezione di astronomi provenienti da tutto il mondo che portano diverse prospettive ed esperienze nelle decisioni da prendere. Ulteriori dettagli sulla costituzione del gruppo possono essere trovati in questo comunicato stampa.
Le designazioni alfanumeriche sono utili agli astronomi per identificare ufficialmente le stelle che studiano, ma in molti casi, quando si tratta di stelle luminose e stelle di interesse storico, culturale o astrofisico, può essere più comodo riferirsi ad esse con un nome facile da ricordare. Molti di questi nomi sono già diffusi nel linguaggio comune, anche da molto tempo, ma fino all'istituzione del WGSN non esisteva alcun catalogo ufficiale di nomi approvato dall'UAI per le stelle più luminose del nostro cielo.
Il gruppo di lavoro ha lo scopo di risolvere i problemi sorti nel corso dei secoli per il fatto che diverse culture e diversi astronomi hanno dato ognuno un proprio nome alle stelle. Anche fino a poco tempo fa, alcune delle stelle più famose del cielo - come Sirio, Rigel e Betelgeuse - non avevano una dicitura ufficiale, alcune stelle avevano più nomi e talvolta nomi identici venivano usati per stelle completamente diverse. Ad esempio, attraverso un rapido esame della letteratura riguardante l'astronomia storica e culturale, si trovano oltre 30 nomi per la stella comunemente conosciuta come Fomalhaut. Se questo nome in particolare è stato il più usato nel corso dei secoli, in letteratura si trovano esempi simili tra cui: Fom-al al-jenubi, Fomahandt, Fomahant, Fomal'gaut, Fomal'khaut, Fomalhani, Fomalhut, Formalhaut, Fumahant, Fumahaut, e Fumalhaut. Creando un catalogo di nomi stellari approvati dall'UAI, la confusione può essere ridotta. Inoltre, allo scopo di ridurre ulteriormente possibili confusioni, i nomi esclusivi delle stelle approvati dall'UAI non saranno disponibili in futuro per nominare asteroidi, satelliti planetari ed esopianeti.
Per approvare l'elenco dei nomi delle stelle, il WGSN sta scavando nella storia e nella cultura astronomica di tutto il mondo, cercando di determinare le denominazioni stellari più famose da usare come nomi ufficialmente riconosciuti. Questo impegno continuerà ad essere l'obiettivo principale del Gruppo per i prossimi anni. Oltre a questo, una volta che i nomi di molte delle stelle luminose nel cielo verranno ufficialmente approvati e catalogati, il WGSN si concentrerà sull'istituzione di un formato e un modello per le regole, i criteri e il processo con cui possono essere accettate proposte di nomi stellari da parte di astronomi professionisti, nonché dal pubblico in generale.
Sebbene non esista un formato rigido che i nomi stellari debbano seguire - poiché affondano le loro radici in molte culture e lingue diverse - il gruppo di lavoro ha stabilito alcune linee guida iniziali, che si basano sulle lezioni apprese dagli altri gruppi di lavoro dell’UAI. Le linee guida delineano una preferenza per nomi brevi composti da una parola, non troppo simili a nomi già esistenti per stelle, pianeti o lune, così come per quelli che hanno radici nel patrimonio culturale astronomico e storico di tutto il mondo.
Prima dell'istituzione del WGSN, l'UAI aveva approvato ufficialmente solo i nomi di 14 stelle, in relazione agli sforzi per catalogare i nomi degli esopianeti appena scoperti.